sulla chat

Dopo un lungo periodo di scetticismo sull'uso della chat, devo dire che mi sto ricredendo. Forse perche' dagli States non potevo mai chattare per colpa del fuso, o forse perche' mi trovavo in difficolta' perche' ogni volta che volevo comunicare un pensiero iniziavo a scrivere un paio di centinaia di versi in rima baciata, mentre il mio destinatario gia' mi aveva inviato 200 messaggi e cambiato argomento altrettante volte.
Eppure, la chatt l'ho imparata a usare e pure di gusto: superando in un nanosecondo le barriere terrestri, auguro buongiorno alla mia cugina di firenze,che mi aggiorna sui vari movimenti familiari, mi aggiorno sull'ultima opera vista dal mio amico Jon di Brighton, inoltro un power point alla marina che sta a malaga, sparo 2400 cazzate con la buccia.
Riflessione: credo che il fenomeno del chattismo sia in linea con il fenomeno del messaggismo cellulare. Ovvero sintetizza al massimo l'uso della lingua e pure del concetto. E' impossibile ciattare e allo stesso tempo speculare sul senso della vita. La conversazioni sono probabilmente di materia concreta, d'informazione e aggiornamento quotidiani. Proprio per questo, si addice a forme di comunicazione che implicano una sorta di complicita' e intimita'.
Il paragone sembra azzardato, ma mi ricorda un poco le conversazioni che la mia mamma aveva con le vicine di balcone di casa. Una si affacciava dal balcone, chiamava la vicina, diceva tre cazzate, poi tutte e due reintravano in casa a fare ognuno le sue faccende. Dopo mezz'ora, ridaglie, commenta l'apparizione della valeria marini da pippo baudo o la pubblicita' del nuovo Dash, e ritorno alle cose di casa.
Ecco, la chat me la vivo un po' cosi'. Quando non ne posso piu' dei verbi lessicali ditransitivi con predicativo del soggetto, mi affaccio al balcone skype e vedo chi c'e' di la' dalle finestre interattive. Scrivo due righe e vedo se la vicina terrestre si affaccia...
2 Comments:
quanto sei brava...
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Ilaria Bucciarelli, at 9:22 AM
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Ilaria Bucciarelli, at 9:25 AM
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